Quando mi chiedono quali esperienze mi abbiano toccato particolarmente nel corso dei miei viaggi, un posto d’onore ce l’ha sicuramente quella di cui sto per parlarvi.

La prima volta che ho deciso di vivere quest’avventura era il 2018 ed è stata talmente profonda, emozionante ed indimenticabile che il suo ricordo, durante il periodo della pandemia, mi ha dato quell’energia positiva per sperare che finisse al più presto perché io qui volevo proprio tornarci.
PERCHÈ HO DECISO DI VISITARE QUESTO POSTO
Ma partiamo da come e perché ho deciso di visitare questo posto unico al mondo. Sono sempre stata affascinata dai primati e mi ero sempre ripromessa che prima o poi sarei andata a vederli da qualche parte nel mondo. Proprio per questo, mi ero documentata su dove poterli vedere in Indonesia imbattendomi nella storia della dottoressa Galdikas. Sono sempre stata affascinata dalle storie in cui qualcuno, da solo e senza che nessuno ci creda, si getta in un’impresa considerata impossibile e non solo ci riesce superando ogni difficoltà, ma va oltre ogni aspettativa. La dottoressa Galdikas qualcuno che credeva in lei ce l’aveva, il dottor Louis Leakey, che decise di inserirla nei suoi progetti di ricerca sui grandi primati. Oggi è la più grande esperta mondiale sugli oranghi e tutto ciò che sappiamo su queste creature lo dobbiamo a lei.
Se vuoi saperne di più sulla storia della Dottoressa Galdikas allora leggi il nostro articolo qui.

AGOSTO 2018: IL MIO PRIMO INCONTRO RAVVICINATO CON UN ORANGO
Ora torniamo però al mio primo incontro con gli oranghi. Come ti dicevo, dopo essermi documentata in occasione del viaggio che mi accingevo a fare, avevo inserito l’escursione a bordo del klotok (un’imbarcazione locale di cui parleremo dopo) di due notti e tre giorni all’interno del mio itinerario.


Se ti stai chiedendo se ho davvero dormito su una barca dentro alla foresta pluviale, la risposta è sì, è proprio così. Prima però di parlarti dell’esperienza e di come si articola, desidero andare subito al dunque e raccontarti di un sogno realizzato proprio nel 2018, durante questa mia prima volta nel Borneo indonesiano: un incontro ravvicinato con un orangotango e te lo racconterò nella mia rubrica “Pensieri a bordo strada”; se vuoi leggere il mio racconto clicca qui.


COME PRENOTARE L’ESPERIENZA E COSA INCLUDE
Non potevo non condividere con te che stai leggendo che cosa ho provato e cosa potrai provare tu se deciderai di visitare il Tanjung Puting National Park. Ora vediamo in cosa consiste l’esperienza e come prenotarla.

Durante questa prima volta, avevo fatto delle ricerche su Google trovando diverse compagnie che davano la possibilità di prenotare l’escursione. C’erano (e ci sono tutt’ora) varie possibilità per visitare il parco, compresa quella di andarci in giornata in barca veloce. Si può anche optare per più giorni aggiungendo altri luoghi all’itinerario e si può anche decidere di vivere l’esperienza da soli oppure di farlo unendosi ad un gruppo.
Nel 2018 ho scelto quindi una delle compagnie che faceva un prezzo ragionevole per l’esperienza privata. Vi parlerò però della compagnia con cui l’ho fatto la seconda volta, nell’agosto 2023 (questa volta assieme ad Alvise) perché ad oggi, dopo infinite ricerche, è quella che propone il prezzo più basso in assoluto offrendo lo stesso servizio esclusivo di chi si fa pagare di più.
Come ti ho detto, dopo diverse ricerche mi sono imbattuta in beautiful orangutans e ho potuto parlare con Zulham che mi ha proposto la stessa esperienza che avevo fatto la prima volta al costo di 8,500,000 IDR (490,00 euro) a coppia e include:
- 3 giorni e due notti a bordo di un klotok
- Colazione, pranzo e cena
- Snack due volte al giorno
- Entrata al parco nazionale
- Visita alle 3 stazioni dove si possono vedere gli oranghi
- Safari notturno
- Guida sempre presente
- Transfer da e per l’aeroporto

Abbiamo prenotato con lui l’esperienza privata, che consiste nell’avere un klotok tutto per noi senza condividerlo con altre persone (di solito, questa esperienza costa un po’ meno). Se vuoi prenotarla, puoi farlo contattando direttamente da qui Zulham ed il suo team.
COME ARRIVARE NEL BORNEO
Per arrivare nel Borneo abbiamo preso un volo diretto da Giacarta a Pangkalan Bun, capitale della reggenza di Kotawaringin occidentale. Ci abbiamo messo un’ora e un quarto ad arrivare, e, una volta fuori dall’aeroporto, Zuhlam ci aspettava per portarci al porto di Kumai. Lì, ci ha accolti la nostra guida ed è stata con noi finché il klotok veniva preparato per partire.
COS’È UN KLOTOK
Cos’è un klotok nel dettaglio? È una barca locale a due piani: sotto vive l’equipaggio e c’e una piccola cucina, sopra c’è il ponte dov’e posizionato un tavolo con delle sedie e un materasso con le lenzuola (di notte viene messa una zanzariera come protezione dalle zanzare). La parte alta è per i turisti, scendendo le scale c’è un piccolissimo bagno ad uso comune. Se ti aspetti una crociera di lusso, allora non fa per te. Il bello di questa esperienza è proprio viverla in questo modo e mettersi anche alla prova. Per quanto riguarda i pasti, possiamo affermare che sono stati tra i più buoni mai provati all’estero! Lo avreste mai detto? No, vero? Nemmeno noi prima di assaggiare le delizia che la cuoca ci ha preparato. Varietà, gusto e abbondanza sono le tre parole che meglio descrivono i piatti che abbiamo mangiato.


COME SI SVOLGE L’ESCURSIONE DI 2 NOTTI E 3 GIORNI
Come si svolge l’escursione che abbiamo prenotato noi? Qui sotto potete leggere nel dettaglio che cosa farete.
Primo giorno:

Dopo essere venuti a prenderci all’aeroporto di Pangkalan Bun, ci hanno portati al porto di Kumai. Da lì, verso le 11 del mattino siamo partiti alla volta del Tanjung Puting National Park. Verso le 14 ci siamo fermati e siamo scesi alla prima stazione e, dopo una breve camminata, abbiamo raggiunto la prima piattaforma. Le piattaforme sono una sorta di palchi in legno dove i volontari chiamano gli oranghi e lasciano la frutta una volta al giorno in modo che questi primati possano nutrirsi se non trovano in natura quello di cui hanno bisogno (a causa della deforestazione fanno più fatica e si vuole evitare che si allontanino perché se vengono avvistati nei luoghi delle coltivazioni li uccidono).


Dopo questo primo stop siamo tornati all’imbarcazione e, al calar del sole, siamo partiti per un tour notturno con le torce in mezzo alla giungla. Abbiamo visto tarantole enormi, gechi, uccellini notturni, insetti di ogni tipo e comunque camminare nel buio più totale ascoltando i suoni della natura vale l’esperienza. Tornati sul klotok abbiamo cenato a lume di candela e poi siamo andati a letto, addormentandoci con i suoni della giungla.



Secondo giorno:


Ci siamo svegliati all’alba perché vicino al nostro klotok delle scimmie nasiche giocavano a lanciarsi dai rami degli alberi: un’emozione indescrivibile! Dopo aver fatto colazione, ci siamo diretti alla seconda stazione. Qui gli oranghi si vedono un po’ più da vicino e ci si arriva dopo una breve camminata. Siamo rimasti un po’ in attesa e poi, uno dopo l’altro li abbiamo visti prendere posto. L’emozione è stata ancora più intensa del giorno precedente, siamo stati un bel pò a guardarli, incantati.

Siamo tornati sul klotok, abbiamo pranzato e ci siamo diretti alla terza stazione, quella per noi più emozionante. Ci ha coinvolti di più perché qui è arrivata la dottoressa Galdikas nel 1971, quando non c’era assolutamente nulla. La passerella in legno che si attraversa prima di entrare nella giungla è quella che lei ha costruito, è un po’ come camminare in un pezzo di storia, quella della vita di una persona che ha deciso di dedicarla ad un sogno. Quando abbiamo scorto l’insegna con la scritta “Camp Leakey” ci sono venuti i brividi.



Anche qui abbiamo camminato un po’ prima di raggiungere la terza piattaforma, dove l’incontro ravvicinato con queste splendide creature è assicurato. Infatti, è successa una cosa davvero emozionante: un mamma orango è scesa con il piccolo in mezzo a noi, ha camminato a poco più di un metro di distanza. Da qui non saremmo più andati via perché abbiamo visto davvero tanti oranghi e da molto vicino. Tornati sul klotok, abbiamo cenato al lume di candela e poi a letto sotto un tetto di stelle.


Terzo giorno:
Andando a letto presto, ci siamo svegliati all’alba. Dopo la colazione, ci siamo diretti verso il porto di Kumai con la felicità di aver realizzato un sogno e la malinconia della fine di un’esperienza unica al mondo. C’è una frase che però dice “È meglio aver amato e aver perduto che non aver amato mai” e può essere applicata a tutte le cose belle che si vivono. Quindi, stringendo con la mano sinistra la felicità e con la destra lo spleen, una volta arrivati a terra siamo scesi dando un ultimo sguardo a quel mondo che era stato tremendamente nostro e che ci sembrava già così lontano. Dopo essere arrivati in aeroporto, abbiamo preso il volo e proseguito per la nostra destinazione.

CONSIGLI UTILI:
- Portati una torcia, spray anti zanzare, pantaloni leggeri lunghi e camicie o magliette a maniche lunghe (specialmente per il tour notturno)
- Quando prenoti l’escursione, avvisa in anticipo se non mangi certi alimenti o se hai qualche allergia.
- Portati una power bank che possa durare il tempo necessario: sul klotok c’è la corrente ma si può utilizzare solo quando l’imbarcazione è in movimento
- Una volta dentro il parco il cellulare non prende, se non in alcuni punti, tienilo presente.
- Se gli oranghi vengono in mezzo alle persone, non metterti a correre e non spaventarti: non ti fanno niente, sono abituati agli esseri umani e rischi di essere tu a spaventare loro
- Quando scendi dal klotok metti tutto dentro alle valigie. Capita che gli oranghi, incuriositi, salgano sulle imbarcazioni portando via alcuni oggetti ( da noi hanno preso una zuccheriera)
- Il bagno ha un lavandino ma è un po’ complicato farsi la doccia. Portati salviette umidificate e i cambi necessari.
Se vuoi scoprire dove vedere gli oranghi nel mondo, oltre al Parco Nazionale del Tanjung Puting clicca qui
